mercoledì 28 gennaio 2015

SPIAGGE SPORCHE SPIAGGE PULITE. Questione di prospettive.

banquettes di Posidonia oceanica
©Gerardgiraud CC-BY
I concetti di "sporco" e "pulito" in scienze naturali non hanno la stessa valenza che nel mondo umano, e di sicuro sfuggono all'ovvio.
Guardando una bella spiaggia ripulita, arata e pettinata all'inizio della stagione balneare oppure, in un'altra situazione, osservando un'altra spiaggia ricoperta di alghe o foglie di Posidonia spiaggiate, ci siamo mai chiesti: ma questa spiaggia è pulita? E quell'altra è davvero sporca?
E come deve essere un litorale sano?

Il litorale sano è quello non ripulito dal materiale biologico. Vi si devono vedere materiali biologici spiaggiati: alghe, parti  di posidonia, resti di conchiglie variamente logorate dalla risacca. Ma anche foglie, semi, e tronchi.

Il materale spiaggiato stabilizza il litorale, evita che ad ogni onda il mare porti via la sabbia, e anzi ne favorisce il depositarsi; in una parola, tutto ciò che di naturale il mare porta alla terra evita l'erosione della costa, in un processo del tutto naturale.  Soprattutto, quelle che molti considerano sporcizia e cioè le masse di foglie di Posidonia, le famose banquette, che dopo qualche giorno puzzano, sì, perché bio-attive, sono importanti perché oltre a stabilizzare la sabbia, forniscono apporto di materia organica, garantendo un importante flusso di materia ed energia tra mare e terra.    
I sistemi ecologici sono aperti nonché dinamici, e l'interscambio contribuisce alla persitenza.
Non pensiamo in termini di estetica umana, ma in termini di funzionalità ecologica!

Trovo davvero poco attraenti le spiagge preparate per l'estate, ripassate col pettine ogni santo giorno, rimuovendo si plastica e rifiuti, ma anche ogni traccia di materiale biologico che il mare porta. Esse equivalgono ad una desertificazione del litorale che corrisponde ad una progressiva erosione e ad un impoverimento biologico.
E se pure le si vuole pulire in onore dei bagnanti, lo si faccia solo nei 2 mesi clou della stagione estiva; ma che si lascino in pace il resto dell'anno, così da permettere ai cicli di materia ed energia di compiersi.

tronco spiaggiato al Circeo
©AnnalisaTassini


    Anche i tronchi sono importanti veicoli di materia ed energia; tanto più interessanti quando si pensa che essi provengono dalla terraferma e una volta morti e trasportati dai fiumi al mare, rilasciano in mare parte del loro carico biologico, per poi essere restituiti alla terra per l'ultima decomposizione, quella più difficile di tutte: lo sminuzzamento e trasformazione in materia inorganica della cellulosa e della lignina, che solo pochi organismi riescono a fare.
I tronchi sono così importanti ed il loro spiaggiamento è in certe zone così massiccio e costante per vicinanza di foci di corsi d'acqua e particolari giochi di correnti, e su di essi si innestano tali complesse reti ecologiche, che in ecologia marina essi caratterizzano delle vere comunità biologiche ben definite, dette appunto "facies dei tronchi d'albero spiaggiati".
C'è dietro a questi temi un grande lavoro per risolvere la questione, che in alcune zone molto abitate solleva problematiche molto "umane" e costringe a gestire la risorsa "spiaggiato", ma la consapevolezza del pubblico è ancora scarsa.

E allora se non bastasse la rilevanza ecologica a farci amare le spiagge non ripulite dal materiale organico, c'è l'indubbia bellezza e poesia delle conchiglie multicolori variamente erose dalla risacca che si spiaggiano insieme ai vegetali, e la fantasia dei rami contorti e levigati dal sale, che ispirano anche forme d'arte.

Con questi reperti, il mare ci parla di sé.